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Rosaria Mattia: cupellese d’adozione con tanto da raccontare

Quando una semplice chiacchierata ti permette di “viaggiare” nel tempo e scoprire il valore del “ritrovare le proprie radici”

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I preparativi di un evento che si è tenuto a Cupello agli inizi del mese di dicembre scorso, sono stati occasione di incontro e conoscenza di una nostra concittadina, cupellese d’adozione, che si è rivelata una piacevolissima scoperta.

E così, una chiacchierata di circa mezz’ora si è trasformata in una sorta di settecentesco "Grand Tour" immaginario, in cui sono state le parole della signora Rosaria Mattia a guidarci alla scoperta non di una ma di tante storie con alla base un comune denominatore: l’importanza del ritrovare e non dimenticare le proprie radici.

Originaria di Caserta, la signora Rosaria è arrivata a Cupello, paese che definisce "tranquillo e legato ancora ad alcune antiche tradizioni", alla ricerca, insieme al marito, di un posto tranquillo in cui godersi le vacanze estive. E proprio come punto di appoggio verso il mare hanno scelto di stabilirsi in paese, dove hanno acquistato una casa in cui oggi, purtroppo vedova, abita con il figlio Giovanni.

Attualmente in pensione, sebbene Rosaria viva tra Cupello, Vasto, Caserta e la Costiera Amalfitana, dalle sue parole emerge quanto sia forte il legame con la sua terra d’origine: ci racconta infatti che fino a due anni fa era insegnante di italiano, storia e filosofia presso il liceo artistico di Caserta ed è vivissimo il ricordo degli alunni che, come ci dice, "ancora oggi mi scrivono", apprezzando la sua vita di docente.

Gettando un occhio agli schizzi fatti per la mostra di ferri storici e moderni per pizzelle, svoltasi in occasione dell’evento Cantina aperta a Palazzo Boschetti, organizzato per il 4 dicembre 2021 dal Comune di Cupello in collaborazione con la Delegazione FAI di Vasto, delegazione di cui la signora è socia volontaria, l’attenzione si sposta immediatamente all’arte e a quella che si delinea come una vera a propria “passione di famiglia”.

E scopriamo così che come lei stessa si “diletta con il disegno e la pittura”, anche i suoi due fratelli avevano la stessa vena artistica, essendo l’uno scenografo e l’altro dedito alla pittura amatoriale. Passione, questa, “ereditata” dalla madre, molto appassionata di arte.

Una cosa però ci colpisce e ci rimanda a un tempo in cui essere “donna di cultura” era una cosa “difficile” e non così usuale: la mamma di Rosaria, Filomena Sasso, originaria di Matera, ha fatto costruire una scuola dell’infanzia per bambini al tempo di Mussolini, scuola che è stata successivamente trasformata in ente pubblico ma che riporta ancora oggi una targa in onore di questa donna fondatrice. Ne è orgogliosissima Rosaria e con lo stesso orgoglio ci parla anche di un diploma di merito ricevuto dalla stessa, da Mussolini, in onore della sua vivida partecipazione all’attività scolastica.

Affascinati e incuriositi, ci facciamo promettere l’invio di una foto del diploma – promessa immediatamente mantenuta – e ci salutiamo, un po' più “ricchi” di notizie e, soprattutto, di orgoglio femminile, abbracciando un comune pensiero che la signora Rosaria riesce a sintetizzare perfettamente con queste parole: “condividere gli aspetti più belli dell’arte serve a renderci migliori e più aperti al prossimo”.

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