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Il centro di Casalbordino racconta la storia del Paese

Attraversando luoghi simbolo del territorio, accompagnati dalla lettura dei nuovi cartelloni turistici, si può conoscere e rivivere la ricchezza delle radici.

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Perché non andiamo anche noi, intanto a Casalbordino?” “Domani è la vigilia. Vuoi che andiamo? Sarà per te un grande spettacolo”, “quella selvaggia agglomerazione umana, ch’egli esperimentasse l’aderenza materiale con lo strato infimo della sua razza, con quello strato denso e permanente in cui le impronte primitive duravano forse intatte”. Sono questi alcuni degli stralci con cui nel “Trionfo della MorteGabriele D’Annunzio ha raccontato il pellegrinaggio alla Madonna dei Miracoli a Casalbordino in occasione della festa di Giugno. Una festa che culminava il 10 e 11 giugno (nei cui giorni si tiene oggi) ma che, per decenni, iniziava già nelle settimane precedenti. Il pellegrinaggio fu immortalato anche dal dipinto “Gli Storpi” di Francesco Paolo Michetti, presentato alla Esposizione Universale di Parigi del 1900.

Le strade e gli angoli dei nostri paesi ancora oggi sono testimonianza delle radici e della ricchezza dei territori, ne raccontano l’anima e parlano agli animi di chi vuol ascoltare e ripercorrere le orme degli avi. Ancora oggi in località Miracoli a Casalbordino esiste “Via degli Storpi”, a imperituro ricordo di quei pellegrinaggi. All’angolo della strada è stato installato uno dei nuovi cartelloni storico turistici, progetto completato nelle scorse settimane dall’Amministrazione Marinucci e scaturito dalla collaborazione tra gli assessori Alessandra D’Aurizio (Turismo) e Carla Zinni (cultura) durante il primo mandato del sindaco Marinucci.

Attraversando alcuni degli angoli di Casalbordino, fermandosi ad ammirare monumenti e reperti storici, ora è quindi ancor più facile conoscere la storia del paese e riviverla. Quella storia testimoniata dall’area archeologica di “Santo Stefano in rivo maris”, il primo insediamento storico, dalla monumentale Basilica Madonna dei Miracoli o da angoli forse meno conosciuti, ma altrettanto importanti, come i resti del borgo fortificato del torrione. Chi giunge in paese, a pochi passi dal centro cittadino, può ammirare questi resti che nel tardo Duecento costituivano le delimitazioni dell’antico borgo. Il torrione, risalente al XV secolo, è l’ultima torre superstite delle sei che costituivano la cinta muraria. Il primo castrum è precedente al tardo Duecento quando si espanse verso sud.  

Luogo di eventi e fecondi incontri culturali, a pochi passi dalla ormai più che centenaria Torre Civica che dall’alto s’impone all’attenzione di cittadini e visitatori, è il Palazzo intitolato a Teresa Furii. Una maestosa costruzione neoclassica, oggetto nel recente passato di alcune opere di restauro e valorizzazione, costruita nell’Ottocento. L’originale denominazione era Palazzo Ferrante, dal cognome della famiglia proprietaria. Teresa Furii, domestica della famiglia Ferrante, ne divenne proprietaria a metà degli Anni Cinquanta alla morte  delle due esponenti della famiglia Ferrante proprietarie. A metà degli anni sessanta del novecento il palazzo fu sede della Scuola di Avviamento Professionale, due decenni dopo fu venduto al Comune di Casalbordino ed assunse l’attuale denominazione ufficiale.

Casalbordino, nota anticamente come Castrum Sancti Salvatoris, sorse originariamente intorno al IX secolo accanto al monastero di Santo Stefano in Rivo Maris. Costruito dopo l' 851 dal nobile Gisone e che conobbe rinnovato splendore grazie al marchese longobardo Trasmondo I che nel 983 permise l’insediamento dell’abate benedettino Giovanni. A cui fu concessa la giurisdizione anche di Castrum Sancti Salvatoris. L’attuale denominazione del paese, Casalbordino, le cronache storiche la riportano al nome di Roberto Bordinus che capitanò la guarnigione a difesa del monastero. Il Casale di Bordinus, ovvero le abitazioni attorno al monastero, nei secoli divenne così Casalbordino. Casale che crebbe partendo da un’antica torre per diventare un centro fortificato su cui nel XV secolo dominarono i D’Avalos.

 

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