«Ogni dittatura toglie il diritto più importante, quello alla vita»

Sindaco Marinucci: «Casalbordino è stato uno dei primi comuni dal 2004 a ricordare la tragedia delle foibe, ogni anno ricordiamo italiani uccisi e abbandonati»

Alessio Di Florio
10/02/2023
Attualità
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È iniziata con la benedizione di una corona alla memoria e si è conclusa con il canto corale da parte di tutti i partecipanti, di ogni età, questa mattina la commemorazione delle vittime delle foibe a Casalbordino. Cerimonia commossa, toccante, in cui si sono unite diverse generazioni. Coloro che ricordano la tragedia della Seconda Guerra Mondiale e i bambini che rappresentano il futuro che si spera senza nuove guerre, lutti, genocidi, tragedie come quella ricordata oggi.

Alcuni ragazzi delle classi della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado hanno ricordato cosa sono state le foibe, letto testimonianze come quella di Magda Rover e di tanti esuli istriani, di persone uccise e gettate nelle foibe dai soldati jugoslavi di Tito. Presenti l’Amministrazione Comunale con il sindaco Filippo Marinucci, la vicesindaca Carla Zinni e l’assessore Paola Basile, la Protezione Civile “Madonna dell’Assunta”, con il loro prezioso supporto allo svolgimento della manifestazione, le associazioni combattentistiche, il maresciallo Nicola Di Lallo della Stazione dei Carabinieri di Casalbordino e il comandante della Polizia Locale Giuseppe Di Filippo.

Parole commosse, cariche di emozioni e il dolore del ricordo sono venute dal primo cittadino – subito prima dell’intervento degli studenti – su cosa sono state le foibe, sulla persecuzione jugoslava degli italiani, del genocidio perpetrato dai soldati di Tito. «Casalbordino -  ha sottolineato Marinucci - dopo la legge istitutiva del “Giorno del Ricordo” è stato uno dei primi comuni ad impegnarsi a ricordare la tragedia delle foibe e ogni anno» ricorda gli «italiani uccisi e abbandonati» in quelle cavità carsiche. «Ogni dittatura toglie il diritto più importante, quello alla vita» ha ammonito Marinucci soffermandosi sul principio costituzionale che ripudia la guerra – mai come in questo periodo storico che la guerra è tornata nel cuore dell’Europa – e sull’importanza di aver saputo affrontare (dopo decenni di oblio e totale dimenticanza) una parte importante e drammatica della Storia italiana arrivando a riconciliarsi con popoli che oggi sono «amici» del popolo italiano. 

«Il ricordo è il custode della storia, la conoscenza e la consapevolezza della storia ci permette di scrivere le pagine del nostro presente e di tracciare la strada del nostro futuro» e «come disse il Presidente della Repubblica nel 2015 "Per troppo tempo le sofferenze patite dagli italiani giuliano-dalmati hanno costituito una pagina strappata nel libro della nostra storia" – la riflessione della vicesindaca Carla Zinni - continuiamo a raccontare quella pagina, che ci serve a ricordare l’importanza dei diritti fondamentali della persona, del rispetto delle identità e degli ideali di ognuno di noi» così «che questo giorno rafforzi la pace e l’istituto della democrazia, che si fondano sul dialogo e l’ascolto». 

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