Ero forestiero e mi avete ospitato, carcerato e siete venuti a trovarmi

La messa in cena domini e la lavanda dei piedi, Egidio da Casalbordino ed Eros

Alessio Di Florio
16/04/2022
Storia
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Siamo nel pieno del triduo pasquale, i riti con i quali si celebra la Pasqua collettivamente. Riti cristiani ma che rappresentano ormai momenti anche della vita civile della nostra laica società. Per la cultura e le tradizioni e i riferimenti sociali e civili che attraversano queste ore. I riti pasquali iniziano il giovedì santo con la Messa in Cena Domini, a ricordo dell’ultima Cena di Cristo prima della Crocifissione. Tra i momenti più intensi e commoventi, a ripetere il gesto di Gesù durante la Cena, la lavanda dei piedi. In cui si volge spesso lo sguardo e l’attenzione agli emarginati, ai più poveri, ai più fragili e “scartati”. Anche quest’anno Papa Francesco, e in molte chiese è stata compiuta analoga scelta, ha celebrato la Messa e ripetuto il gesto della lavanda dei piedi con i carcerati. Un mondo sconosciuto a tanti o conosciuto male, ingabbiato da pregiudizi, frasi fatte, narrative sociali che ignorano la complessità e la realtà di quel che accade dietro le sbarre.

Ci sono storie significative, indicative, che in questi giorni pasquali ancora più possono giungere all’attenzione. Alcune sono avvenute a pochi passi da noi, nei nostri territori. O da qui sono partite. Come la vita di Egidio Tiraborrelli, resa nota anni fa dall’antropologa Annamaria Rivera. Nato a Casalbordino nel 1937 in tenera età “rimase gravemente ferito al capo a causa dell’esplosione di una mina ch’era destinata a distruggere un carro armato tedesco”. A 16 anni con la famiglia emigrò in Argentina per, dopo decenni in giro per il mondo, rientrare in Italia a Parma solo ormai anziano e malato. Reduce da un’operazione e malato di tumore ai polmoni e costretto a vivere nell’indigenza. Nel 2017 fu condannato, sentenza passata in giudicato, perché in traghetto dalla Grecia all’Italia avrebbe aiutato una persona non in regola con i documenti poi espulsa dal BelPaese. “Egidio, pur essendo in età tanto avanzata e in uno stato di salute sempre più grave, resterà in prigione per quasi nove mesi, in condizioni alquanto difficili: per dirne una, il carcere di Parma era dotato di un unico respiratore a ossigeno, che i detenuti infermi erano costretti a usare a turno – scrisse due anni fa la professoressa Rivera - oltre tutto, tra le conseguenze della condanna v’era la sospensione della pensione e l’obbligo della restituzione di quel che aveva percepito. Infine, la sua avvocata riuscirà a ottenere per lui la detenzione domiciliare, ma solo nella forma di ricoveri temporanei, quando necessari, nella struttura sanitaria del carcere. Nel corso di uno di questi, Egidio si aggrava: muore il 6 settembre 2019”.

Profondamente malato era anche un’altra persona che ha vissuto gli ultimi tempi della sua vita terrena qui, nel nostro territorio, nella Casa Lavoro di Vasto: Eros Priore. La sua storia è stata resa nota dal giornalista Francesco Lo Piccolo sul blog da lui curato sul sito dell’Huffington Post e raccontata sull’ultimo numero della rivista Voci Di Dentro. Un’esperienza editoriale nata nella nostra provincia che da tanti anni racconta il mondo carcerario, porta avanti un impegno sociale ed umano con gli stessi carcerati. Eros Priore avrebbe compiuto 61 anni il prossimo mese, morto lo scorso 25 gennaio in un hospice a trenta chilometri dalla sua casa a Colleferro. Al termine di un lungo peregrinare era giunto nella Casa Lavoro di Vasto. Peregrinare caratterizzato da un “percorso rieducativo e sanitario che in realtà sembra solo una punizione – scrive Francesco Lo Piccolo su Voci Di Dentro - Eros Priore in realtà non ha mai lavorato (come del resto tanti altri internati), abbandonato a se stesso, si è anche ammalato”: ischemia intestinale e tumore ai polmoni in fase terminale con “metastasi diffuse in tutto il corpo”. Per l’ischemia intestinale gli avevano asportato metà dell’intestino e praticato una deviazione con un sacchetto esterno. Che doveva tenere solo due mesi ma Lo Piccolo ha raccontato che gli è stato riferito che non è mai stato tolto “per mancanza di anestesisti”. 

L’articolo di Francesco Lo Piccolo sulla vicenda di Eros Priore è pubblicato a pagina 16 e 17 dell’ultimo numero della rivista Voci Di Dentro che è disponibile online ai seguenti link 

https://drive.google.com/file/d/1uy4DUjQhmDN_cNpcDPJB3kIr8mAbWM8-/view

https://ita.calameo.com/read/0003421548240e802c361

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