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“Il modello Montessori nelle demenze”

Corso di formazione con la dottoressa Avoncelli presso il centro ricreativo della terza età di Casalbordino

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Si è tenuto nello scorso fine settimana a Casalbordino, ospitato nei locali del centro ricreativo della terza età in Via del Sole, il corso di formazione “Il modello Montessori nelle demenze”. 

Rivolto a educatori, psicologi, infermieri, operatori socio sanitaria, familiari e a tutti i professionisti del settore, l’evento organizzato da Milva Micoli ha visto relatrice la dottoressa Avoncelli

Le “demenze” in età avanzata, tra cui l’Alzheimer, sono tra le malattie che più si stanno diffondendo. Colpiscono la persona anziana ma coinvolgono tutta la famiglia che si trova, molto spesso, letteralmente “travolta” dall’arrivo di una malattia fortemente invalidante e che segna ogni aspetto della vita quotidiana. Il metodo Montessori è una svolta rivoluzionaria nell’approccio alla demenza e all’organizzazione della vita della persona e di tutta la sua famiglia. 

«Il Programma Montessori per la Demenza (MPD), ideato da J. Camp, utilizza i principi della didattica montessoriana per mantenere e/o rinforzare le capacità di base e le abilità necessarie a svolgere le attività quotidiane dei pazienti affetti da demenza – riporta il sito web specializzato www.stateofmind.ita partire dagli anni ’90 si è sviluppato un sempre maggior  interesse per la sperimentazione delle cure non farmacologiche (spesso affiancate ad interventi farmacologici) per il trattamento di persone con deficit cognitivi, in particolare per quanto riguarda il campo delle demenze, visto l’aumentare della prospettiva di vita, e quindi del  livello di anzianità della popolazione». «Negli ultimi anni, diversi ricercatori hanno evidenziato le correlazioni positive tra l’utilizzo di terapie non farmacologiche e il miglioramento dei sintomi della demenza, nonché della qualità della vita per gli individui affetti da demenza ed i loro caregivers, anche perché risulta spesso evidente come alcuni sintomi comportamentali rispondano solo parzialmente ai farmaci – sottolinea State of Mind - è in questo scenario che si inserisce il Programma Montessori per la Demenza (MPD), ideato da J. Camp, che utilizza i principi della didattica montessoriana per mantenere e/o rinforzare le capacità di base e le abilità necessarie a svolgere le attività quotidiane dei pazienti affetti da demenza». 

«L’approccio alla cura degli anziani fragili tramite il metodo Montessori si inserisce nella varietà di modelli che puntano alla valorizzazione della persona affetta da demenza, adattando il contesto e la modalità relazionale, e quindi l’ambiente fisico e quello delle relazioni interpersonali, alle caratteristiche dell’individuo – si legge in un articolo pubblicato da www.valoreinrsa.it - alcuni elementi cardini del metodo, come ad esempio l’importanza data all’osservazione, alla pazienza e umiltà, alla personalizzazione e individualizzazione, all’ordine dell’ambiente, all’interesse e attenzione, travalicano il significato specifico che assumono in questo approccio e sono, o almeno dovrebbero essere, concetti comuni a chi opera nell’assistenza all’anziano in modo professionale». 

 

 

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