San Simplicio nacque a Tivoli; dopo essere stato vanto del clero di Roma, sotto il pontificato di San Leone e San Ilario, alla morte di quest’ultimi, venne eletto Papa.
Fu prescelto dal Signore perché guidasse con mano ferma e sicura la cristianità tanto travagliata in quel tempo: le regioni occidentali dell’impero erano travolte da scontri politici, quelle occidentali attanagliate da problemi religiosi.
L’impero romano era, ormai, caduto in quanto la popolazione era stata eccessivamente vessata dalle tasse e impoverita dai tanti saccheggi e conquiste ad opera dei barbari.
La povertà , dunque, era diffusa ovunque, pertanto Simplicio si adoperò per alleviare le miserie del popolo e facendo sentire la sua voce di pastore e padre, diffondendo la Parola di Dio tra gli invasori.
Il Santo, inoltre, nominò il vescovo Zenone di Siviglia vicario pontificio della Spagna, con l’incarico di controllare che le direttive papali fossero rispettate correttamente.
Costruì quattro nuove chiese a Roma, due delle quali esistono ancora: Santo Stefano Rotondo e Santa Balbina; riorganizzò le celebrazioni nelle basiliche maggiori e restaurò molte chiese devastate dalle invasioni e dai saccheggi.
In Oriente fu impegnato in una lunga lotta contro i monofisiti, i sostenitori di una dottrina teologica che negava la duplice natura, divina e umana, di Cristo, riconoscendo in lui la sola natura divina, i quali erano riusciti a porre i loro vescovi nelle sedi di Alessandria, Gerusalemme e Antiochia.
L’imperatore, che simpatizzava per gli eretici, non considerò le proteste di Simplicio, tanto da non dare seguito a nessuna delle sue lettere.
Con l’elezione dell’imperatore Zenone, il Santo sperava che le circostanze potessero migliorare ma egli, pur cercando di mantenere la pace, tradì i principi della fede cristiana. Spetterà al suo successore, San Felice, sanare la situazione.
San Simplicio morì il 10 marzo e il suo corpo venne sepolto nella chiesa di San Pietro, a Roma.