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La società del “tutto è permesso”, del “non ci sono regole” ha portato questa generazione alla decadenza

Risse, stupri, uccisioni di animali per divertimento. Da dove deriva questo declino e quali sono le ragioni e le cause di questa decadenza sociale ed umana?

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Sono ben noti a tutti i recenti fatti di cronaca che hanno sconvolto tutta l’opinione pubblica, recente anche la notizia degli atti sessuali pubblicati sui social che coinvolgono due ragazzi minorenni del vastese che avrebbero costretto un’amica di 14 anni a compiere atti sessuali con un quindicenne, riprendendo la scena con uno smartphone e diffondendola poi sui social. Quello che però stupisce è il fatto che non ci fermiamo quasi mai a pensare e a riflettere sulla strada che la generazione Z ha ormai preso o forse che ha ormai perso. Ci chiediamo mai cosa influisca sull’educazione delle nuove generazioni

Pensiamo, per esempio, alla cultura del divertimento e dello sballo spesso osannata e sbandierata sui social e dai media, e alla visione che hanno i giovani di oggi che “se non bevi sei uno sfigato” o ancora “se non ti fai una canna sei uno sfigato”, al fare le risse per divertimento, seviziare e uccidere una capra a calci per puro e semplice gioco, fare sesso per divertimento.

 Una generazione che si diverte nel vedere la sofferenza e la morte negli occhi della vittima che ha dinanzi, che essa sia animale, uomo o donna poco importa, perché ciò che importa è l’egoistico, aberrante e malato divertimento che si prova.

 Tutto questo deriva forse da un’educazione non data ai propri figli, dalla “libertà” concessa, da quel fare troppo gli amici e troppo poco i genitori che ha fatto perdere di vista il ruolo assoluto di educatori. Quei genitori “chioccia” che non hanno mai detto di “No” ai loro figli, che non hanno educato al “No”, che hanno dato sempre tutto, che hanno litigato con maestri e professori per un’insufficienza più che meritata del proprio figlio, di quei genitori che con presunzione hanno troppo spesso calpestato la scuola insegnando ai loro figli l’aggressività e l’arroganza.

 Essere parte di una società, per definizione, vuol dire rispettare le regole, regole che gli stessi genitori hanno calpestato e calpestano ogni giorno. Quale educazione possono quindi insegnare e trasmettere ai propri figli se sono loro stessi i primi trasgressori, quale esempio possono mai dare?

La società del “tutto è permesso”, del “non ci sono regole” ha portato questa generazione alla decadenza.

 Da donna, da ragazza, rabbrividisco e sento il freddo che mi gela il sangue se penso alle atrocità che hanno subito le due cuginette di Caivano e la ragazza di 19 anni di Palermo, stuprate da un branco di esseri disumani. Penso alle loro vite adesso, vite strappate, vite distrutte, penso alla paura che hanno provato, penso alla paura che provano adesso, vorrei abbracciarle e vorrei dire loro che non sono sole e che non è colpa loro, che loro sono le vittime di un sistema e di un degrado alimentato, di un’educazione non insegnata.

È ben nota la notizia di una mamma che ha coperto e difeso il figlio, uno stupratore, un criminale, che ha ammazzato psicologicamente una ragazza, che ha stuprato come un animale, privo di ratio e di umanità, e allora mi domando: se anche dinanzi ad una tale atrocità una madre osa ancora difendere il figlio, dove andremo a finire?

 Bisogna educare alla civiltà. Bisogna educare al rispetto delle regole. Bisogna educare al rispetto delle persone. Bisogna educare al rispetto del “NO”. Bisogna tornare a fare i genitori. Bisogna educare all’interno delle proprie case. 

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