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9 novembre 1989, una data che sconvolse il mondo

34° anniversario della caduta del muro che divise in due la città di Berlino

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Il muro di Berlino, ancora oggi, dopo trentaquattro anni dalla sua caduta, continua a far parlare di sé, una minacciosa e spettrale costruzione, l’eterno simbolo della Guerra Fredda, che resistette per ben 28 anni.

La Germania, uscita sconfitta dalla Seconda Guerra Mondiale, secondo quanto stabilito dalla Conferenza di Jalta, fu divisa in quattro zone d’occupazione amministrate da Russia, Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia. Anche la città di Berlino venne divisa rispettivamente in quattro settori.

La notte del 13 agosto 1961, a mezzanotte, iniziò la costruzione di quello che successivamente sarebbe diventato l’orribile muro che divise la città di Berlino in due blocchi, Berlino Est e Berlino Ovest. La parte Occidentale corrispondeva alle zone d’occupazione statunitense, francese e britannica, mentre la parte Orientale faceva parte della Repubblica Democratica Tedesca (RDT), sotto il controllo dell’Unione Sovietica.

La costruzione del muro fu fortemente voluta dal regime comunista al fine di impedire le fughe dall’Est verso la parte Ovest. All’inizio la barriera consisteva in un filo spinato, ma già dal 15 agosto si cominciarono ad utilizzare materiali più resistenti. Vennero eretti due muri paralleli in cemento armato, di quasi quattro metri di altezza, lunghi 156 km, che furono successivamente dipinti di bianco per rendere visibili eventuali fuggitivi, separati da una striscia di terra chiamata “striscia della morte”, un’area esposta al fuoco delle guardie. Vennero costruite torri di guardia per impedire qualsiasi tentativo di fuga verso la parte Ovest, queste erano poste sotto il controllo della guardia di frontiera, che aveva l’obbligo di sparare a chiunque cercasse di oltrepassare la fortificazione.

“Se dovete sparare, fate in modo che la persona in questione non vada via ma rimanga con noi” – queste le parole pronunciate da Erich Mielke, Ministro per la Sicurezza della Deutsche Demokratische Republikb (DDR), (Repubblica Democratica Tedesca).

Migliaia di famiglie e amici rimasero divisi per 28 anni, costretti a vivere sotto un regime di terrore e chiunque cercasse di oltrepassare il confine veniva brutalmente ucciso.

Sofferenza, distruzione, disperazione e paura, queste sono le coordinate che caratterizzarono il freddo e glaciale periodo che avvolse il mondo intero dal 1961 al 1989. Ancora una volta, oppressione e repressione erano le protagoniste della Germania del XX secolo e a muovere le fila era il blocco sovietico.

Il 9 novembre 1989 il governo della Germania dell’Est annunciò che tutte le restrizioni erano state cancellate e che sarebbero state permesse le visite a Berlino Ovest. Inizia così la dissoluzione della DDR. Da Est e da Ovest migliaia di persone si arrampicarono sul muro per abbracciarsi, ballare, festeggiare. Finalmente quel terribile incubo che li aveva inghiottiti per quasi tre decenni era giunto al termine.

Il muro venne abbattuto dagli stessi cittadini che si presentarono con mazze e picconi per distruggere quella barriera che per decenni aveva lacerato l’anima dei tedeschi, dell’Europa e del mondo intero. La caduta del muro, che si concluse formalmente il 3 agosto 1990, permise la riunificazione della Germania sotto la sovranità della Repubblica Federale.

Il muro di Berlino ebbe un fortissimo impatto sociale, politico, culturale ed emotivo non solo in Germania ma in tutto il mondo.

Oggi non resta molto della minacciosa fortezza in calcestruzzo, che fu quasi completamente smantellata ad eccezione di alcuni punti in cui risaltano dei graffiti.

Il parlamento italiano, con la legge n. 61 del 15 aprile 2005, ha dichiarato il 9 novembregiorno della libertà“.

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