Vissuta tra il III e il IV secolo, figlia di una famiglia benestante, Santa Sara andò in sposa ad un alto ufficiale impegnato nelle persecuzioni avviate da Diocleziano.
Scelse di non battezzare i suoi figli in città, preferendo farlo ad Alessandria d'Egitto, città nella quale era presente una prosperosa comunità di cristiani che non erano ancora stati eccessivamente vessati dalle persecuzioni.
Durante il viaggio, rallentato da una tempesta che faceva presagire un naufragio, Sara si incise il petto con un coltello e con il sangue segnò una croce simbolica sulla fronte dei due bambini, poi li immerse per tre volte nell'acqua del mare, invocando la Santissima Trinità, secondo il rito battesimale.
La tempesta passò e la nave giunse al porto di Alessandria d'Egitto; qui Sara si presentò dal prete Pietro per fare battezzare i figli ma al momento di ricevere il sacramento,avvenne un evento inspiegabile: ogni volta che Sara si avvicinava per far battezzare i suoi bambini, l'acqua del battistero si congelava all'istante.
La Santa domandò spiegazioni al prete, il quale, saputo del battesimo somministrato in un momento di grande pericolo, la rassicurò della validità del sacramento da lei impartito ai figli.
Santa Sara fece ritorno ad Antiochia con i figli; arrivata a casa raccontò l’accaduto al marito Socrate sperando nella sua conversione, ma l'ufficiale fece rapporto al suo comandante Diocleziano. Questi, infatti, fece convocare Sara e la inquisì con asprezza, ella spaventata si chiuse in un totale mutismo.
Irritato per il comportamento tenuto dalla donna, la condannò al rogo con i suoi due figli.