Un albero secolare dalle possenti radici e dalla folta chioma da cui si intravedono altrettanto vigorosi e grossi rami e… un portale luminoso. È lui che occupa la scena centrale sulla scatola che racchiude - come fosse un tesoro - Evenfall, un gioco da tavolo firmato dal cupellese Stefano Di Silvio in uscita tra un mese esatto, il 5 ottobre 2023, alla Fiera di Essen in Germania, la più grande dedicata ai giochi da tavolo e a tutti gli appassionati.
Sì, avete letto bene… un gioco da tavolo.
Uno di “quelli di una volta”, come potrebbe dire un giovanissimo di oggi, soprattutto se si considera la diffusione e il successo della digitalizzazione, in particolar modo dopo la pandemia da Covid -19.
Uno di quelli frutto di una manualità certosina e artigiana che fa della cura dei minimi dettagli e di ogni componente del gioco un valore vincente e prezioso. Prezioso come il tempo che si decide di spendere e trascorrere con altre persone “in carne e ossa” e non visibili da un webcam per giocare e vivere insieme un’avventura fatta di mosse, strategie, lanci di dadi, riflessione e un sano scambio di sguardi e pensieri. Prezioso come il valore del contatto e dell’aspetto tattile dimenticato con i videogiochi a discapito di tutto ciò che il manipolare risveglia.
Classe 1991, cupellese in trasferta a Vienna dove vive con la moglie Hanka e lavora comeSales Manager per una catena di alberghi internazionale, Stefano Di Silvio è il Game Designer di Evenfall e con lui abbiamo trascorso un curioso e magico pomeriggio alla scoperta della sua creazione e della sua passione, una passione che affonda le radici nella propria infanzia e in una cultura intrisa di gioco e socialità.
Da cosa nasce la tua passione per i giochi da tavolo?
La mia passione nasce sin da bambino: ho sempre amato il gioco e con il passare del tempo mi sono sempre più appassionato, complice anche la cultura tedesca in cui si rispecchia. Tutto nasce da lì. Poi le cose si evolvono e l’interesse per il gioco è diventano anche curiosità e voglia di scoprire come funzionano i giochi e come viene sviluppato tutto ciò che c’è dietro.
Ho iniziato a prendere la cosa sul serio nel 2017 quando ho avuto un’idea per un gioco che non ha mai visto la luce. Volevo semplicemente provare a capire cosa significava e in quella occasione ho scoperto che trovo affascinante capire come funziona la psicologia del giocatore, cos’è che diventa divertente, perché un tiro di dado in un gioco è noioso e un altro tiro in un altro gioco non lo è.
Quindi ho realizzato un prototipo e mi sono concentrato sul notare semplicemente le reazioni delle persone, la sorpresa o l’idea di aver fatto qualcosa di forte, di importante. È stata questa la “miccia” di un processo molto lungo, “una lunga traversata nel deserto” iniziata proprio nel 2017, grazie a questo prototipo che è stato importante perché pur non avendo visto la luce, mi ha permesso di capire tutto.
Cosa c’è dietro il processo creativo di un gioco come Evenfall? Da cosa si parte per creare e realizzare un gioco così strutturato?
Come ho già detto, in questo è stato fondamentale il mio primo gioco ma per il resto c’è tanto tanto studio. Quando mi sono avvicinato al Game Design ho iniziato a leggere libri, studiare e ascoltare podcast.
Per testare, invece, ho iniziato prima da solo, cosa molto importante per le prime volte, poi con la famiglia e gli amici.
Quando e come è nato Evenfall?
Evenfall è l’ultimo gioco creato di quattro. Un gioco che è partito bene dall’inizio: l’ho assemblato a febbraio del 2022 e ad agosto dello stesso anno ho firmato il contratto con la casa editrice Nanox Games.
L’idea mi è venuta perché mi appassionano gli Engine-Building, giochi per i quali l’idea di base è che ogni giocatore inizia piccolo e con risorse limitate ma alla fine della partita ha una enorme quantità di carte che rappresentano edifici, territori… cosa che, in maniera innata, gratifica a livello umano la persona e motivo del successo di questo tipo di giochi. L’idea originale era basata sul tema dell’antica Grecia, tema poi sostituito con quello inerente le “Streghe”: ogni giocatore era a capo di una città-stato. Ognuno partiva con la propria, con poche risorse e un po' di soldati e il fine ultimo era quello di costruire, a fine partita, il proprio impero.
Ma non era solo questo: io ne ho giocati tanti di giochi simili ma ho notato che spesso questi sono individuali e non si ha possibilità di interagire se non in senso negativo, con finalità distruttiva, di attacco e distruzione. La sfida per me era dimostrare, anche a me stesso, di riuscire a creare un gioco in cui si interagisce ma mai negativamente, sempre in maniera competitiva, ma mantenendo vivi contatti attraverso scambi commerciali, ad esempio. Insomma, per dimostrare che non debba esserci per forza la guerra e che, anche se nel gioco c’è una fase di battaglia, questa non debba necessariamente distruggere.
Così ho iniziato e in pochi mesi il gioco ha fatto molti progressi e per questo voglio ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutato, dalla famiglia agli amici.
Sono molto fortunato infatti perché a Vienna c’è una grossa scena di autori di giochi da tavolo, alcuni dei quali sono davvero dei “mostri” del settore, che mi hanno aiutato tanto. Alcuni li frequentavo da anni ed è stata una cosa positiva perché ciò mi ha permesso di testare il gioco con chi è del settore. Vienna è una comunità molto aperta da questo punto di vista e io mi sono inserito negli anni andando a incontri aperti che si tengono nei bar e nei pub e, pian piano, sono riuscito a imparare tanto e questo è culminato in questo progetto.
Parlaci del progetto nello specifico.
Come ho accennato, il tema originario è cambiato: succede spesso perché, firmato il contratto, è l’editore che in base al mercato decide cosa cambiare. Nel caso di Evenfall, la scelta del tema è stata particolare in quanto dettata dalla pura ispirazione e libertà creativa che l’editore ha dato all’artista svizzero (NdR Martin Mottet) ha curato i disegni in ogni minimo particolare, anche nel retro delle carte, ad esempio.
La scelta fu di successo perché l’artista era talmente coinvolto ed emozionato che si è impegnato tantissimo. Ha puntato sul mondo fantasy popolato di streghe, gnomi, cavalieri e alla fine ho scelto le streghe che si adattavano di più al gioco pensato. Può sembrare un salto strano il passaggio dal mondo greco antico a quello medievale fantasy ma ha funzionato. Fatti i dovuti aggiustamenti e definito il contratto con l’editore, abbiamo migliorato sempre di più il gioco per renderlo non solo bello ma molto bello. Tanto tempo e tanta energia spesi per lavorare all’ultimo 10% del processo che è ciò che fa la differenza.
Quali sono i personaggi di Evenfall e in cosa consiste il gioco?
Quello di Evenfall è un mondo fantasy retto da clan di streghe in cui, a intervalli regolari di secoli, si verifica, appunto, l’evenfall, un evento quasi cataclismico durante il quale la realtà quasi si frantuma e l’albero del mondo, quello che identifica il gioco stesso, apre dei portali verso luoghi lontani dove sono situati posti di potere, ad esempio un cerchio di pietra, una caverna magica... Non a caso è stato scelto il termine Evenfall che in inglese sta per crepuscolo di un’epoca.
È in questo frangente, all’inizio del momento cataclismico, che i clan hanno l’opportunità di ottenere il potere e diventare i nuovi reggenti del mondo, motivo per cui mandano le proprie streghe attraverso questi portali a cercare posti dove c’è la magia e fare rituali per abbassare potere magico dei nemici. Chi alla fine dell’Evenfall ha più potere magico diventa il nuovo re/regina.
Nonostante la scelta del tema sia stata guidata, c’è qualcosa da cui ti sei lasciato ispirare nella definizione della storia?
Sì, certo. Ho effettuato delle ricerche sulle streghe. La mia idea era quella di inserire nomi e richiami alle culture stregonesche di vari paesi ma in maniera velata. Ad esempio una delle fazioni, nel gioco sono di fatto le Ianare del Sud Italia ma avevo pensato di inserire anche il Vudu e la Magia orientale, ma poi, per semplicità, abbiamo preferito nominativi di fantasia. Diciamo che ci sono dei richiami se questi si conoscono. Il caso delle Ianare è stato per me particolarmente interessante, ad esempio. Vi spiego meglio: tutte le fazioni hanno quattro streghe “normali” e quattro anziane che sono più deboli e possono andare solo in alcune parti del mondo, ad eccezione delle anziane streghe del sud Italia che, grazie all’unguento che posseggono possono volare e andare dovunque. Inoltre il loro luogo di partenza nel gioco è l’Albero Eterno, richiamo al celebre albero di noce di Benevento.
Qual è il target del gioco?
Il gioco è rivolto a un pubblico già appassionato (NdR 14+), non è un gioco semplice da capire all’inizio, ci vuole un po' di conoscenza di meccanica di base.
Il gioco verrà presentato il prossimo 5 ottobre alla Fiera di Essen, la più grande per i giochi da tavolo e tutti gli appassionati: è un ottimo inizio!
Sì, il gioco è in uscita per i primi di ottobre, alla fiera dei giochi da tavolo più importante in Germania. Verrà pubblicato in inglese e tedesco ed è già stato firmato il contratto per la traduzione in francese, cinese e inglese internazionale. Trattative per altre lingue sono in corso. Inoltre è già stata pubblicata una recensione ufficiale.
C’è qualche speranza per l’Italia?
Per il momento non è fissato nulla ma sarebbe davvero bello.
Quali progetti hai per il futuro?
L’Editore vuole lavorare a un’espansione della versione iniziale perché si prevede che il gioco andrà bene. Quindi verranno aggiunte nuove carte, nuovi personaggi…
Sono contento, non mi aspettavo tutto questo successo perché ogni anno vengono pubblicati tanti giochi nuovi e c’è tantissima competizione. Di sicuro una buona scelta è stata quella di inviare una copia del gioco a un recensore americano che ha un buon seguito: egli si è detto molto entusiasta di Evenfall e ciò ha dato una forte spinta.
Affascinati dalle parole di Stefano, ci immergiamo e perdiamo nella bellezza dei disegni e dei colori dei componenti di Evenfall, che abbiamo la fortuna di poter scoprire, vedere e toccare con mano in anteprima, come fosse davvero un tesoro inestimabile, quello frutto della passione e di anni di studio di un ragazzo “lontano” ma vicino e parte della nostra Comunità, di cui esserne senza dubbio orgogliosi.
Per maggiori informazioni sul gioco: