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Scerni, cena solidale per casa per lebbrosi in India

Appuntamento venerdì 24 giugno

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“Tutto ciò che non viene donato va perduto” ammonisce un proverbio indiano. Gli ultimi drammatici lustri ci hanno insegnato quanto tutta l’umanità è interconnessa, quanto il destino di ognuno è il destino di tutti e solo la solidarietà, la convivenza, il rispetto, un’umanità che sia realmente tale può permettere alla famiglia umana di continuare a vivere su questo Pianeta. La crisi economica dei primi dieci del nuovo millennio, le guerre e la fuga di milioni di persone fino alla pandemia (che tutto il mondo ha catturato) e l’attuale guerra nel cuore dell’Europa, con conseguenze terribili e nefaste su tante nazioni europee e non solo tanto che si parla e scrive con sempre maggiore sconcertante disinvoltura di terza guerra mondiale dimostrano quanto l’ammonimento indiano sia quanto mai vitale. 

All’India guarda da decenni la Diocesi di Chieti-Vasto. In particolare alla Diocesi di Tuticorin con la quale c’è un gemellaggio pluridecennale. Un ponte solidale e di fede che unisce territori geograficamente lontani ma uniti col cuore. Quest’anno, dopo lo stop imposto dalla pandemia, l’Ufficio Missionario della Diocesi di Chieti-Vasto torna ad organizzare la “cena di solidarietà fraterna”. Appuntamento il 24 giugno alle 20.30 presso l’Agriturismo “L’Uliveto” in Contrada Ragna a Scerni. Per informazioni e prenotazioni (da effettuare entro il 20 giugno) è possibile contattare il Responsabile dell’Ufficio Missionario diocesano Mons. Michele Carlucci al numero 3936539796.

Durante la cena verranno mostrate le foto della casa per lebbrosi realizzata a Madurai, in India, che verrà sostenuta con la raccolta solidale. “La pandemia ha focalizzato la nostra attenzione distraendo non poco dalle storiche pandemie che affliggono (povertà, fame, ingiustizie, conflitti), ma quasi che la pandemia non bastasse, proprio quando, grazie al vaccino, cominciavamo a dominare quella minaccia, ecco la guerra (concreta, realissima, crudele) esplosa nel cuore dell’Europa a qualche migliaio di chilometri da noi (una delle 43 in atto nel mondo), ha aggiunto problemi a quelli già esistenti – è la riflessione di don Michele Carlucci nella lettera di invito alla cena solidale fraterna pubblicata dalla Diocesi - una nuova nube che getta lunghe ombre sul futuro che ci attende, ma non perdiamo la speranza. Queste realtà hanno fortemente provocato l’effetto di svegliarsi da un lungo sonno, nel quale, la fragilità e la precarietà della vita umana erano state confinate altrove, o considerate un’eccezione riguardante le persone più sfortunate di noi”.


La coscienza di essere tutti nello stesso mare agitato deve rafforzare, la consapevolezza dei bisogni, che da noi non si ha neppure idea. Sono certo che, non è cambiata in noi la voglia di costruire insieme un mondo migliore” conclude don Michele invitando a partecipare alla cena solidale fraterna “a questa solidarietà per costruire insieme un mondo migliore”.

 

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