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Pnrr, almeno 80 progetti abbandonati dai comuni per carenza di fondi e personale tecnico

Ecco la denuncia di Alessandro Paglia, direttore di ALI Abruzzo

Redazione
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Gli enti locali abruzzesi lanciano l'allarme: occorre accelerare i tempi di rimborso delle somme anticipate e garantire regolarità dei pagamenti per i progetti PNRR e Masterplan Abruzzo, sono almeno 80 i progetti già abbandonati. Oltre il danno anche la beffa, è la denuncia dell'associazione Autonomie Locali Italiane (ALI) Abruzzo: con i conti già in sofferenza a causa dei tagli delle ultime leggi di bilancio, gli enti locali sono costretti a fare ricorso ad anticipazioni di cassa, su cui pagano importanti interessi, mentre aspettano che lo Stato e la Regione rimborsino le somme già anticipate per la realizzazione di opere e interventi. La piattaforma di rendicontazione Regis è una vera trappola burocratica, lo sanno bene i tecnici comunali che spendono intere giornate nel tentativo di caricare e farsi riconoscere le spese. Continuano ad arrivare segnalazioni sulla difficoltà di ricevere anche l'anticipo del 30% per avviare i lavori e questo non fa che creare ulteriori problemi di liquidità per gli enti.

Gli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza attuati direttamente da Comuni, Province, Unioni di Comuni e Comunità montane abruzzesi sono pari a 1,2 miliardi. Di questi circa la metà è rappresentata dai progetti destinati alla transizione ecologica con 585 milioni assegnati. Seguono gli investimenti in istruzione e ricerca con 308 milioni, quelli destinati all'inclusione e alla coesione 256 milioni, infine innovazione, digitalizzazione, competitività e cultura con 95 milioni. Si tratta di risorse fondamentali che stanno permettendo agli enti locali di recuperare ritardi storici, con la costruzione di asili nido, la riqualificazione di edifici pubblici, strade, il rifacimento di acquedotti, solo per citare alcuni interventi.

Succede però che tanti comuni abruzzesi, in particolare quelli più piccoli, che hanno sperato di poter accedere a fondi importanti, dopo anni di ristrettezze, non hanno abbastanza personale o risorse per poter gestire adeguatamente i progetti finanziati dal PNRR e dal Masterplan Abruzzo. Stimiamo che in Abruzzo almeno 80 progetti siano stati abbandonati negli ultimi due anni perché le amministrazioni comunali non riuscivano a gestirli. Il nuovo blocco del turnover al 75% non fa che aggravare questa situazione, gli enti sono già sottorganico ma di fatto non possono assumere nuovo personale. I sindaci più coraggiosi che hanno deciso di andare avanti comunque rischiano oggi di pagare il loro impegno con il dissesto finanziario, perché hanno dovuto anticipare con le proprie casse comunali i fondi e sono in attesa da mesi e in alcuni casi addirittura da anni di riaverli indietro. In molti casi i comuni hanno dovuto far ricorso ad anticipazioni di cassa o prestiti da parte degli istituti bancari, su cui pagano quindi interessi passivi. Una condizione che potrebbe interessare circa la metà dei comuni abruzzesi, come già denunciato da Uncem nei mesi scorsi.

"Abbiamo raccolto le voci dei territori per dare una dimensione reale, un volto a questi numeri", dichiara il direttore di ALI Abruzzo Alessandro Paglia. "Ad Opi, il mio Comune, hanno appena rimborsato un progetto di valorizzazione del centro storico del Masterplan Abruzzo, ma abbiamo aspettato anni, e siamo ancora in attesa di 200mila euro per altri progetti: parliamo di cifre che si avvicinano al 20% del bilancio comunale, una enormità per un piccolo bilancio. Ma non è un caso isolato, il comune di Tollo attende rimborsi per circa 250mila euro, così come il comune di Tagliacozzo che ha svolto importanti progetti per oltre 1milione e 600mila euro, tra cui ad esempio l'efficientamento energetico del Teatro Talia, un nuovo asilo nido, diversi interventi contro il dissesto idrogeologico, è in anticipazione di cassa in attesa di 250mila euro. I nuovi tagli rischiano di ingessare ulteriormente i bilanci, serve un momento di confronto senza preconcetti, abbiamo diverse proposte sul piatto, i comuni chiedono solo di essere ascoltati".

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